Il Comitato “No impianto a biomasse Inalca” ritiene che il
progetto di rendering (trattamento di scarti animali pericolosi) approvato
dalla Provincia e da realizzarsi nel comune di Castelvetro di Modena non sia
conforme alle norme sanitarie e ambientali; si fanno infatti figurare come
“sottoprodotti” cioè materia in qualche modo trattabile e utilizzabile
commercialmente quelli che in realtà sono rifiuti da incenerire . Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
(P.T.C.P.) di Modena, che è lo strumento di pianificazione che definisce
l’assetto del territorio, vieta infatti che nel territorio in oggetto si
possano realizzare impianti di smaltimento/trattamento rifiuti.
Se realizzato, tale impianto comporterebbe problemi per la
salute (rischio “mucca pazza”), peggioramento della qualità di vita (odori
nauseabondi e inquinamento legato all’aumento considerevole di traffico
pesante), utilizzo delle già scarse risorse idriche, svalutazione di terreni e
immobili civili e industriali, danno d’immagine per un territorio noto per coltivazioni e produzioni di pregio
nell'ambito alimentare (Grasparossa, Parmigiano Reggiano, Ciliegie, Aceto
Balsamico).
Per questo motivo, in data 7 agosto 2012 il Comitato,
rappresentato dal nuovo presidente dott. Manfredi Lanza e tramite il Codacons
di Modena, ha conferito all’avvocato Alessandra Magnani di Bologna l’incarico
di contestare presso il TAR regionale la decisione favorevole della Provincia
in ordine all’impianto di rendering dell’Inalca del 26 giugno u.s.
Nessun commento:
Posta un commento